MILANO – La pandemia ha riportato l’attenzione sull’infettivologia e le ultime novità relative al Covid-19, tra vaccini aggiornati e terapie corrette, restano di grande attualità. Partendo da questi spunti, il Convegno ACTA Reboot – Attualità e Controversie in Terapia Antinfettiva analizza le più recenti novità in tema di trattamenti delle malattie infettive, in una fase storica assai delicata, caratterizzata da una nuova fase della pandemia di Covid-19, dall’emersione di nuovi patogeni, dalla recrudescenza di patologie infettive che pensavamo ormai sotto controllo, dal drammatico fenomeno delle multiresistenze, dalla necessità di un cura sempre più puntuale delle infezioni virali croniche da HIV, HBV, HCV, HDV. Il progresso scientifico mette a disposizione approcci terapeutici sempre più efficienti, ma le sfide si spostano su altri piani. La prima edizione del convegno si è svolta a Milano il 15 e 16 settembre presso lo Star Hotel Rosa Grand ed è stata presieduta dal Prof. Paolo Bonfanti, dal Prof. Andrea Gori, dal Prof. Giuliano Rizzardini.
In occasione dell’inaugurazione del Convegno presente per un saluto istituzionale Letizia Moratti, Vice Presidente e Assessore al Welfare della Regione Lombardia. È necessario dare un ulteriore slancio alla politica sanitaria che verrà: la Lombardia, che si presentava come un punto di riferimento iniziale, ha vissuto momenti assai difficili durante la pandemia, ma ha poi avviato una riforma sanitaria volta a favorire uno sviluppo della medicina territoriale. I punti essenziali della nuova sanità lombarda potrebbero costituire un modello di riferimento per essere proposti poi anche a livello nazionale, dove le urgenze vengono riassunte in una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, in una riduzione dei tempi e delle liste d’attesa, nella digitalizzazione e nello sviluppo della ricerca, che risulta centrale proprio nell’infettivologia. Ma dopo quasi tre anni dallo scoppio della pandemia, resta da chiarire cosa le forze politiche considerino urgenti nel riassetto della sanità; negli attuali programmi presentati dalle varie forze in competizione manca un piano sanitario preciso e la sanità non è considerata come una delle prime tre priorità.
“Partecipo molto volentieri a questo convegno” – ha detto la Vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia – “I temi messi sul tavolo dai promotori sono infatti di estrema attualità e del resto l’esperienza Covid ci ha insegnato come sia fondamentale farsi trovare pronti di fronte anche a future emergenze pandemiche. Sarò ben felice di illustrare le iniziative e le azioni, su tutte l’Agenzia per le malattie infettive, che Regione Lombardia, su mia proposta concretizzerà in questo campo”.
L’attualità in tema Covid non è rappresentata solo dai vaccini aggiornati contro la variante Omicron, di cui sono in procinto di iniziare le somministrazioni, ma anche dalle terapie disponibili che stanno permettendo di limitare i casi gravi e di non gravare gli ospedali. “Dopo due anni e mezzo di pandemia possiamo fare il punto sui trattamenti efficaci, scientificamente dimostrati, sgombrando il campo da ciò che non sia supportato da riscontri – ha spiegato il Prof. Paolo Bonfanti – “Abbiamo compreso che il Covid attraversa diverse fasi e ogni farmaco ha un’utilità specifica: gli antivirali servono nelle fasi iniziali per impedire la replicazione del virus, purché siano somministrati precocemente, nei primi giorni dell’infezione; sono riservati ai pazienti fragili, che hanno un rischio più elevato di sviluppare una forma grave di malattia. Farmaci steroidei o biologici attenuano l’infiammazione quando la malattia è nel suo sviluppo. Affinché ognuna di queste terapie possa essere utilizzata con certezza è opportuno che venga prima sottoposta a una sperimentazione condotta secondo i meccanismi della ricerca che dimostri forti prove di efficacia”.
La grande urgenza della nostra epoca è rappresentata dalla resistenza agli antibiotici di diversi batteri, come la Klebsiella pneumoniae, che fino a qualche anno fa, in Italia, registrava una resistenza di circa il 50%, poi scesa al 28% grazie al miglioramento dell’uso degli antibiotici. “I patogeni multiresistenti agli antibiotici rappresentano una vera e propria emergenza a livello globale” – ha sottolineato il Prof. Andrea Gori – “Gli antibiotici sono essenziali nel curare infezioni difficili da eradicare, soprattutto nei pazienti più fragili, ma devono essere somministrati nei casi dove siano realmente necessari e con i giusti dosaggi. La novità è data dalle nuove armi terapeutiche giunte nell’ultimo anno e che avremo a disposizione nei prossimi mesi: dovremo capire come usare al meglio queste risorse, identificando i corretti approcci terapeutici, i dosaggi adeguati, le associazioni di farmaci da effettuare. L’obiettivo è quello di definire una strategia condivisa nell’uso dei nuovi antibiotici”.
In epoca recente, i progressi più significativi nelle terapie antiinfettive sono stati conseguiti nella lotta all’HIV e all’Epatite C. Nell’HIV oggi grazie alla terapia antiretrovirale è possibile cronicizzare il virus, garantendo alla popolazione positiva una qualità di vita analoga alla popolazione generale; gli antivirali ad azione diretta con l’HCV invece permettono di eradicare definitivamente il virus dell’Epatite C, in poche settimane e senza effetti collaterali. Ma restano ancora importanti passi da compiere. “I farmaci long acting contro l’HIV ci hanno fatto entrare in una nuova era, ma restano ancora da affrontare i problemi del limitato accesso ai test, delle diagnosi tardive, dei pazienti in età avanzata e con altre comorbidità in vista degli obiettivi dell’OMS per il – ha evidenziato il Prof. Giuliano Rizzardini – “Per le Epatiti abbiamo due obiettivi: l’eliminazione dell’Epatite C entro il 2030, visto che siamo uno dei Paesi che più ha fatto finora, anche se, soprattutto in alcune regioni, bisogna migliorare negli screening per trovare quel sommerso che manca ancora all’appello. Inoltre, in virtù dei nuovi farmaci per l’Epatite Delta che permettono di trattare anche senza interferone pazienti che prima non potevano ricevere alcuna terapia, dovremo analizzare le nuove prospettive, che richiederanno un maggiore impegno in screening e linkage-to-care. HIV ed Epatiti rappresentano modelli di ricerca e innovazione di grande successo e in qualche modo si potrebbero esportare anche in altri campi delle malattie infettive. Sarà molto importante dotarsi di strumenti adeguati visto che le minacce infettive sono sempre dietro l’angolo”.
Direttore U.O. Malattie Infettive I
ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano
Direttore Struttura Complessa di Malattie Infettive, ASST di Monza - Ospedale San Gerardo
Università di Milano-Bicocca
Direttore di Unità Complessa di Malattie Infettive
Ospedale Maggiore Policlinico di Milano
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